“Mia nonna viveva a Makaha e parlava spesso degli squali che vivevano nella caverna di Kaneana a Mākua, collegata al mare prima che la bombardassero; quello è il primo ricordo che ho di Mākua. Mia nonna diceva che noi eravamo imparentati con gli squali. Mi ricordo che quando facevano esercitazioni e bombardavano la valle, la nostra casa tremava. Un mio amico abitava proprio fuori dalla base militare e di notte i militari non davano alcun preavviso prima di attaccare. Allora la sua famiglia scappava da casa con i materassi, si mettevano sotto il ponte davanti a Mākua e dormivano lì.”
Da Ecologie Native di Emanuela Borgnino (Elèuthera editrice)

Un’isola occupata da una base militare statunitense. La popolazione nativa costretta a convivere con i bombardamenti d’artiglieria. Una terra piena di ricordi e storie che si trova trasformata in un poligono per calibri pesanti.
Viene da pensare alle basi militari nella nostra Sardegna, ma siamo nelle Hawaii: è la vicenda della valle di Mākua, uno degli argomenti più toccanti di Ecologie Native. Il testo di Emanuela Borgnino raccoglie le esperienze dell’autrice nelle Hawaii, raccontando la sua ricerca antropologica sul complesso rapporto che unisce la sovranità popolare e l’ecologia locale. Possono sembrare due argomenti distanti, ma che in realtà si intrecciano fittamente nella storia e nella politica dell’arcipelago. A unirli è una parola, “kuleana”, che si può tradurre come “responsabilità”: un modo di vivere il territorio che non è fatto di possesso e sfruttamento, ma di un coinvolgimento attivo, sia sul piano pratico che su quello culturale e spirituale.
“Il kuleana ha a che fare con la pratica, significa fare ciò di cui un particolare posto ha bisogno. È così che costruiamo il nostro kuleana. I luoghi chiamano, stanno risvegliando la nostra memoria, il nostro kuleana.”
Non si tratta di un concetto astratto, ma di una via da vivere, nel quotidiano: una pratica fatta di relazioni, non solo fra persone ma anche con gli animali, le piante, persino le rocce.
Così una valle, come quella di Mākua, può essere un luogo sacro: in cui guarirsi, da cui raccogliere energia spirituale; ma verso cui si hanno anche dei doveri – delle responsabilità, per l’appunto.
“Sono questa terra, e questa terra è me”, afferma un’attivista intervistata da Borgnino. Questo rapporto ecologico è stato minato, nel corso della storia delle Hawaii, da interessi politici ed economici di stampo colonialista. Nazioni, imprese e investitori hanno a più riprese sottratto la terra dal popolo che la abitava, senza alcuno scrupolo, minacciando così alla base il sistema dell’ecologia nativa. Come si può avere un kuleana verso una terra che non appartiene più, a cui non si ha più nemmeno accesso?
Il caso della valle di Mākua illustra bene questa differenza di prospettive: ciò che per i locali appare come una terra sacra, per i militari è un poligono d’artiglieria, oltretutto pieno di pericolosi proiettili inesplosi.
“In questo o modo la valle di Mākua, da luogo geografico, si è trasformata in un paesaggio vissuto, interpretato, immagi nato e raccontato da diverse voci, la costruzione di saggio condiviso i cui elementi fenomenici diventano simboli condivisi, in modo diverso, dai singoli gruppi. Una pietra per un membro di Mālama Mākua potrebbe essere un parente o un antenato, per un archeologo un elemento costitutivo della piattaforma di un tempio, per un geologo un lapillo espulso dal vulcano, per un militare un pericolo che nasconde un ordigno inesploso. […] A Mākua non si assiste solo alla costruzione culturale di un paesaggio, ma alla collisione di costruzioni diverse del medesimo paesaggio.”
Il caso di Mākua, in un certo senso, è esemplare di un processo di espropriazione globale, a cui anche noi siamo soggetti; una continua e subdola eradicazione che ci ha allontanato dalla terra, impoverendoci e rendendoci estranei alla vita che la anima. Dall’ecologia nativa, dunque, possiamo apprendere non solo un modo per riaccostarci a questa terra, ma anche di lottare per essa, e al contempo per noi. È la nostra responsabilità.