“In virtù del principio ermetico «come in alto così in basso», tutte le cose nel mondo sublunare sono in corrispondenza con l’ordine celestiale dei cieli.”
Alchimia e Astrologia è il titolo di una raccolta di saggi a firma di Rodney Blackhirst, recentemente tradotti da Eduardo Ciampi per Irfan Edizioni.
Il punto di vista di Blakckhirst è quello della scuola perennialista, sulla scia di autori quali René Guénon, Ananda Coomaraswamy o Fritjof Shuon. Il testo, tuttavia, può offrire brillanti spunti di riflessione anche a chi, come me, non è pienamente in sintonia con questa scuola di pensiero.
La corrispondenza fra Terra e Cielo è il filo conduttore degli articoli tradotti in questa antologia, che toccano diversi argomenti. Fra tutte, di notevole interesse sono le considerazioni sulla simbologia sessuale, in Il simbolismo alchemico degli atti generativi; quelle alimentari, in L’alchimia dei cibi tradizionali; la simbologia agricola di La pianta-uomo: temi dell’Alchimia in agricoltura.
L’alchimia, d’altronde, viene a volte descritta come “agricoltura celeste”. Ma i testi di Blackhirst non sono un semplice elenco di corrispondenze fra diversi regni dell’esistenza. L’autore stesso lo esplicita, con righe su cui si potrebbe meditare a lungo:
“C’è un alto che è al di là sia della terra che del Cielo, rispetto al quale sia Terra che Cielo rappresentano un basso. Al di là della corrispondenza cosmologica tra Terra e Cielo, l’assioma fa riferimento ad una verità metafisica, ovvero la corrispondenza tra il Principio Increato e tutte le sue manifestazioni, o meglio tra il Divino e il mortale, l’Increato ed il creato, il Non Manifesto ed il manifesto. Il divino è l’alto ed il creato – incluso l’ordine celestiale – è il basso. E’ questa corrispondenza a generare le altre.”